Diritto alla riparazione: ciò che bisogna sapere

26 aprile 2022
Diritto alla riparazione: ciò che bisogna sapere

Cosa è il diritto alla riparazione? 

Il diritto alla riparazione è un disegno di legge che stabilisce l’obbligo dei produttori di apparecchi elettronici di rispettare criteri di progettazione e montaggio che rendano il prodotto facile da riparare anche al di fuori dei circuiti ufficiali e anche dall’utente stesso, distribuendo al contempo parti di ricambio e istruzioni per la riparazione. 

Perché molti produttori sono contro questa proposta di legge? 

Al centro della disputa c’è la preoccupazione che, rendendo i dispositivi riparabili da chiunque, anche con pezzi originali, si apra la porta a infrazioni di sicurezza, a possibili incidenti che possano danneggiare i consumatori. 

Oltre a questo, ovviamente, da parte delle aziende vi è la preoccupazione di rendere disponibili e alla mercé dei competitor i segreti industriali sul prodotto. Togliendo dunque un fondamentale elemento di vantaggio competitivo acquisito grazie a brevetti registrati ed esperienze aziendali. 

Nonostante le remore dei produttori, il diritto alla riparazione è tornato alla ribalta perché, pochi giorni fa, la Commissione UE ha presentato alcune prime misure concrete del nuovo piano d’azione per l’economia circolare concentrandosi, per l'appunto sul “right to repair ” che da una parte ha l'obiettivo di rafforzare i diritti dei consumatori, dall'altro punta a ridurre il consumo di risorse legate ai prodotti.

 Quattro ragioni per il "diritto alla riparazione" 

1.     Secondo una recente indagine, il 77% dei consumatori dell'UE preferirebbe riparare i propri beni piuttosto che acquistarne di nuovi, ma poi finisce per sostituirli o scartarli a causa degli elevati costi delle riparazioni e della mancanza di servizi forniti. 

2.     Un altro ostacolo a un consumo più sostenibile è l'obsolescenza: alcuni prodotti sono progettati per guastarsi dopo un certo tempo di utilizzo e, in alcuni casi, i componenti dei dispositivi sono assemblati in modo tale da non poter essere rimossi e sostituiti.

3.     L'elettronica è la fonte di rifiuti in più rapida crescita nell'UE. In media parliamo di oltre 3,5 milioni di tonnellate all'anno, delle quali solo un 40% viene riciclato. 

4.     Le riparazioni di dispositivi elettronici costituirebbero un beneficio per l'ambiente, portando a una riduzione dell'uso delle risorse, a minori emissioni di gas serra e a un minor consumo di energia. 

Alla luce di ciò i deputati chiedono che i prodotti siano progettati per durare più a lungo, per essere riparati in modo sicuro e che i loro componenti siano facilmente rimovibili. In aggiunta, i deputati sostengono che un diritto alla riparazione adeguato darebbe all’industria e ai consumatori l'accesso gratuito alle informazioni riguardanti la riparazione e la manutenzione. 

Per quanto riguarda i dispositivi digitali, gli aggiornamenti delle applicazioni dovrebbero essere reversibili e non comportare una diminuzione delle prestazioni, ad esempio negli smartphone. 

La nuova proposta di legge 

Tra le richieste dei deputati figurano: 

•    incentivi ai consumatori per riparare un prodotto piuttosto che sostituirlo, come l’estensione delle garanzie o la fornitura di un dispositivo sostitutivo per la durata della riparazione;
•    regole armonizzate sulle informazioni ai consumatori, compresi "punteggi di riparazione", durata di vita stimata, pezzi di ricambio, servizi di riparazione e disponibilità di aggiornamenti software;
•    strumenti di etichettatura intelligente come i codici QR;
•    un meccanismo di responsabilità congiunta tra produttore e venditore in caso di non conformità dei prodotti;
•    requisiti di durabilità e riparazione inclusi in una futura direttiva sulla progettazione ecocompatibile.

 La strada verso un approccio realmente eco sostenibile è ancora lunga, ma il diritto alla riparabilità è sicuramente un primo passo che va nella giusta direzione.